Danger, bici a scatto fisso
di JovanottiVAI ALLO SPECIALE JOVANOTTI:
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Va di moda la bici con lo scatto fisso. È una cosa che parte da Tokyo dove i ragazzini in cerca di nuove vibrazioni hanno iniziato a rimettere in sesto vecchie bici da pista creando un vero e proprio fenomeno cittadino che come succede spesso poi arriva qui e da qui in giro fino a Milano dove pare che qualcuno abbia già recepito il messaggio. Una delle conseguenze più comuni è traumatologica perché farsi malissimo è un attimo.
La bici con lo scatto fisso è nata per le piste da corsa, quelle di parquet con le curve paraboliche e caschetti aerodinamici. Non ha freni e non è possibile fermare i pedali mentre si va. In pratica, per i profani, lo scatto fisso fa in modo che la ruota posteriore e i pedali siano collegati direttamente, senza nessun meccanismo che non sia la trasmissione a catena, a un pignone fissato al mozzo, e non ci sono freni, l’unico modo per fermarsi è gradualmente rallentare la pedalata, ma gradualmente sennò ti spacchi un legamento.
Difficile da spiegare ma ancora più difficile da guidare una bici così, inoltre qui usano i vecchi attacchi pedali con le cinghiette, senza sgancio. Lo scatto fisso è una pazzia in una città come questa con milioni di semafori e taxisti che guidano malissimo. Capisco che sia un modo per rilanciare il proprio livello di attenzione e la percezione dei sensi che nelle nostre società tendono ad assopirsi. Capisco anche che in una città grande si sviluppa una forma di nuovo tribalismo che ha bisogno di segni e di ritualità specifiche, lo capisco e mi piace, è una sana deviazione della modernità. Però lo scatto fisso è very dangerous. Fate attenzione se vi venisse voglia.
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