lunedì 30 marzo 2009

L'ARTE DEL SURPLACE

Tra le specialità del ciclismo su pista, la velocità è una delle piu' spettacolari. I corridori devono percorrere due manche, ciascuna costituita da due giri di pista.
I corridori in genere si studiano per i tre quarti della distanza, fino a prodursi in una volata Giustificanell'ultimo tratto.

Gli ultimi 200 metri sono cronometrati, e vengono percorsi in 10-12 secondi. La velocità si aggira sui 70 km/h e le pedalate sulle 160 al minuto.

E' roba per corridori potenti, gente dallo scatto bruciante ed esplosivo. Ma il duello è anche psicologico. Se scatti troppo presto fai solo il gioco dell'avversario, gli offri la possibilità di prenderti la scia e bruciarti sul traguardo.

Sta tutto li, nella scelta del momento giusto per partire. E mentre ci pensi, l'attimo è già passato. Antonio Maspes, uno dei re di questa disciplina, diceva: "devi partire all'ultimo momento, ma un attimo prima del tuo avversario".

Oggi la sfida è soprattutto atletica, una volta invece si giocava d'astuzia. L'arma tattica piu' spettacolare per preparare la volata era il surplace. Cioè fermarsi a un certo punto sui pedali e starsene immobili in equilibrio sulla bicicletta.

Generalmente lo si faceva sulla curva, in pendenza, per complicare le cose. Arrivava il momento in cui chi ci sapeva fare di meno, per non perdere l'equilibrio, era costretto a partire. L'altro poteva allora prendergli la scia e cercare di batterlo sul traguardo.

Ma mentre eri concentrato a rimanere in equilibrio, l'avversario ti poteva partire sotto il naso e prendere un vantaggio che non riuscivi piu' a colmare.

Capitava che gli atleti rimanessero in surplace anche per venti, trenta minuti prima di lanciare la volata, con gran dispendio di energie. Chi padroneggiava meno la tecnica era infatti costretto a rimanere in uno stato di costante contrazione muscolare e concentrazione nervosa.

Il surplace con il tempo divento' quasi uno spettacolo a sé rispetto dalla gara. Lo stesso Maspes al Vigorelli si fermava ad arte davanti al cartellone del suo sponsor, la Ignis, che veniva cosi' inquadrato dalle telecamere e beneficiava di pubblicità extra. E a fine gara il commendator Borghi, patron della Ignis, staccava puntuale l'assegno.

Si comincio' a registrarne i record di durata. Memorabile resta quello stabilito da Giovanni Pettenella e Sergio Bianchetto al Velodromo di Varese nel luglio del 1968, durante una semifinale dei campionati italiani.

I due si conoscevano bene, erano amici. Nel 1964, alle Olimpiadi di Tokio, avevano conquistato rispettivamente l'oro e l'argento nella velocità. Nel corso della prima manche Pettenella si ferma in surplace. I due insistono e trasformano la semifinale nel tentativo di battere il record del mondo, di un'ora, che apparteneva a Maspes.

Nel pubblico, dapprima annoiato dal protrarsi della manovra tattica, si scatena l'entusiasmo. Ma dopo un'ora, 3 minuti e 5 secondi immobile sotto il sole, Beghetto dapprima sussulta, poi sbanda, e infine si accascia sul cemento della pista, svenuto. Pettenella deve attendere, sempre immobile, ancora un paio di minuti perché gli convalidino la vittoria.

Il record dura fino al 1975, quando viene battuto da Francesco Del Zio, ottimo pistard sia nella velocità che nel tandem, dove faceva spesso coppia con Giorgio Rossi.

Del Zio, poco noto al grande pubblico, nell'ambiente è ricordato per la sua finissima abilità tattica, la capacità di concentrazione e la grande sensibilità sul mezzo. Era un corridore di grande estro e personalità, uno degli ultimi esponenti di un ciclismo fatto di fantasia e cervello piu' che di gambe e potenza.

Nel 1964, a diciannove anni, in una semifinale di campionato italiano al Vigorelli lui e Antonio Castello rimasero fermi in surplace per quarantasette minuti. Poi si toccarono e finirono a terra.

Il 20 settembre del 1975, al Velodromo Olimpico di Roma, Del Zio dà l'assalto al record. La prova era stata allestita appositamente, non quindi in occasione di una competizione ufficiale. Del Zio rimase in surplace per 2 ore, 6 minuti e 15 secondi.

Quel record dura ancora oggi. Anche perché ormai i lunghi surplace, incompatibili con i tempi dello sport attuale, sono finiti in soffitta. Ma le sfide di surplace si fanno ancora oggi, non piu' in pista ma per strada, dove sono diventate uno dei piatti forti delle gare tra bike messenger, insieme a quelle di skid e alle alleycat.

aricolo pubblicato grazie all'autorizzazione di STEFANO DRAGONETTI
-WWW.CICLISUCARTA.IT-

giovedì 26 marzo 2009

I TELAI D’ORO DI PEPPINO DRALI

DRALI raccontato dal suo amico e srittore Giampaolo Rossetti

Se la bicicletta non è nata con il Drali, il Drali è sicuramente nato con la bicicletta; Figlio d’arte, il padre Carlo era un insigne telaista degli anni trenta.
Lavorava e li costruiva nel reparto corse della gloriosa Bianchi, assunto per la sua abilità dal fondatore Edoardo Bianchi in persona.
Sono stati suoi gli ultimi telai usati dal primo campionissimo, ormai quarantenne, Costante Girardengo, e sono stati suoi i primi telai usati dall’altro campionissimo: il sommo e inarrivabile Fausto Coppi.
Il figlio, Giuseppe Drali detto Peppino, ha ereditato dal padre l’arte di costruire telai leggeri, eterei come le ali di una farfalla; incanti di ruote, frinire di pignoni, geometrie ardite e finiture eleganti; non per niente le sue creature sono sempre state accostate a dei violini.
Artigiano dalle mani d’oro, ora viaggia verso gli ottantuno con passo fermo e con la passione per il suo lavoro intatta, consapevole di essere l’ultimo depositario dei segreti che fanno di un complesso meccanico qualcosa di aereo, che poi verrà chiamata bicicletta.
Quante vittorie portano la mano di Peppino Drali, quanti campioni le hanno cercate, avute, usate, quanti ragazzi le hanno sognate.
Quanta passione nell’assemblarle, limarle, saldarle; quanta attenzione nel lucidare quei tubi che alla fine risulteranno il centro di un qualcosa di elegante, solido, agile e vincente.
Chi ha posseduto una Drali lo sa e non lo dimentica; Per Giuseppe Drali ogni bicicletta è una sfida, un mondo a sé; mai pensare che le biciclette del Peppino siano uguali una all’altra, mai fare questo errore, esse sono il frutto di una esperienza, di una passione, di un estro creativo, di una vena di lucida follia che le porta ad essere uniche.
La cura maniacale dei particolari le differenziano e le rendono veri e propri numeri unici.
Da sempre Peppino assembla unendo i tubi con giunzioni lavorate a mano, tipici sono i quattro assi che formano il logo delle “ pocherissime “ termine mutuato dagli anni cinquanta, quando la gloriosa Bianchi inalberava con il suo più grande portacolori ben cinque maglie, una più prestigiosa dell’altra: la maglia tricolore; la maglia rosa; la maglia gialla; la maglia iridata della strada; la maglia iridata della pista.
E Peppino al reparto corse dove aveva sostituito il padre, sempre intento a congegnare geometrie e linee sempre più ardite e slanciate.
Nelle tantissime vittorie che hanno reso celebre la casa biancoceleste in tutto il mondo, un po’ di merito va attribuito al modesto quanto bravo “ pepp “ da sempre legato dal cordone ombelicale, fatto di reciproca fiducia, con la casa di viale Abbruzzi.

Pensate che quando la Bianchi chiuse la attività sportiva e sciolse il reparto corse, diede l’incarico
- fatto assolutamente unico – a Peppino Drali di sostituirsi al reparto stesso e approntare, per chi le voleva, le specialissime su misura Bianchi, con aggiunto – Elaborata Drali _ e questo la dice lunga sulla fiducia che una grande marca di livello internazionale riponeva nelle mani d’oro del “ pepp “.

Ora gli anni passano velocemente per tutti e forse il ritmo di lavoro si è un poco allentato, oggi per assemblare un telaio della serie “ pocherissima “ non si deve avere fretta, ci vogliono dei giorni in più, ma il risultato è sempre uno e uno soltanto: un oggetto perfetto: e l’ultimo è sempre il più bello.
Una chicca sono le iniziali del proprietario incise a mano su una delle congiunzioni, così come Peppino Drali a suo tempo faceva sulle biciclette di Fausto Coppi; perché è nella filosofia di vita di questo maestro di volersi sempre superare, sperimentare e coniugare l’esperienza del passato con i materiali e la tecnologia di oggi, e questo è il segreto che ha reso le specialissime di Giuseppe Drali detto Peppino così ricercate.
La tradizione con la innovazione; uno sguardo al passato e uno al futuro, poi quando si ritira il prodotto e lo si vede slanciato, etereo come un sogno ma solido come la realtà; quando con perizia si fanno cantare il cambio e i pignoni, si fanno sibilare le ruote centrate alla perfezione, allora ci si rende conto che valeva la pena aspettare qualche giorno in più per godere della gioia di possedere una “ pocherissima “
Drali ha un sorriso aperto e cordiale come solo i fanciulli e i semplici di cuore sanno avere; il suo italiano è un poco approssimativo al quale succede sempre la calda parlata milanese, forse meno elegante ma più franca e diretta; il sentirlo dire: <> allora e solo allora ti rendi conto di non avere tra le mani un oggetto qualsiasi, ma qualcosa di più delicato, unico, personale e anche un po’ magico:
Capisci che in quella bicicletta vi è anche un poco di quel personaggio unico nel suo genere, che in un mondo così disumanizzato ti riconcilia con la vita.

Giampaolo Rossetti

grazie un grazie a Davide per le splendide foto
©2009 Davide Gallico All Rights Reserved

I TELAI D’ORO DI PEPPINO DRALI

Comunicazione di servizio.
Caro amico ti comunico che il giorno 17 di Aprile alle ore 18 alla “ Libreria del Corso “ di corso San Gottardo 35 La casa editrice Mursia presenterà il mio ultimo libro. Tu sei assolutamente invitato, assieme a tutti i tuoi amici, che spero numerosi. Mi farà piacere.
Un arrivederci e non mancate di venire numerosi.
G.R.

DRALI un telaista che ha fatto la storia

domenica 22 marzo 2009

brooklyn and aerospoke avaible now in italy K&Kgarage


max
k&K garage
the bike shop

Difisso frames 100% hand made italian frames

difisso@hotmail.it


The “DiFisso” project rises in Autumn 2007 from the passion and commitment of three friends, as synthesis of all the ideas collected during a trip in the south of California.
It was in Newport Beach where we got in touch with the track bike culture for the first time.
DiFisso track frames aim to mix the Californian culture and “easy going” mood, with the accuracy, on-going research and focus on “total quality” proper of Italian handicraft tradition. The combination of these two seemingly opposite elements gives unespected results: the manufacturing, completely handmaded, makes each frame a unique piece.
The goal is to create, every single time, a product that reflects at best the personality and the needs of our customers: a custom-tailored frame always different to the others producted, but with its own recognizable style.
The handmaded manufacturing provides the highest level of customization in the whole productive process: the selection of frame size and design, welding (TIG or lugs), and painting.
As structural materials we only use high quality steel: the COLUMBUS ZONA steel www.columbustubi.com allows the production of strong and lightweight frames.
DiFisso also provides four models of forks, one of them completely handmaded by our frame-maker.

venerdì 20 marzo 2009

fisse in mostra la rece di AUTOPSIE


....grande serata alle "biciclette" a Milano,bicifisse di k&k e dfisso appese ovunque e ,un saccco di ricambi bellissimi!!!è stato bello incontrare finalmente tutti i personaggi conosciuti fin'ora solamente su blog,un sacco di bella gente,birra ,cibo e un sacco di bighe da paura,veramente una bella serata!!!!
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2 parole le aggiungiamo anche noi adesso!!!
Grande serata in tutti in sensi ..e questo lo si evince dal consenso raggiunto..ringrazio tutti i partecipanti, i fotografi per le foto che mi sono state inviate, gli amici nuovi vecchi e di sempre, nella speranza che il prossimo sia ancora meglio di questo.
Nessuno lo ha fatto notare ma è stato un peccato x la slow race che nn c'è stata...forse xchè eravamo tutti intenti a chiacchierare e a mangiare a un buffet che nn finiva ...ma mi ha fatto oltremodo piacere sentire che nessuno ne ha lamentato la mancanza.
Ciao a tutti dalla Crew

giovedì 19 marzo 2009

brooklyn in mostra


mercoledì 18 marzo 2009

Pistamania the Exibit


Pistamania the Exibit, inserito originariamente da Gianluca -- 2KPhotos.com.

PISTAMANIA the exibit

Esposizione temporanea di biciclette da pista con la partecipazione di
FISSATI
i Dfisso e K&k Garage di Binasco

Inizio: martedì 17 marzo 2009 alle ore 19.00
Fine: mercoledì 1 aprile 2009 alle ore 23.55
Luogo:Le Biciclette
Indirizzo:Toriti angolo c.so Genova
Città/Paese:Milano, Italy
grazie a Gianluca x le foto
http://www.flickr.com/blog.gne

the exibit....rece di fede (unpensierofisso)


Milano? C'è!
Bella serata quella di ieri.Complice sicuramente il clima che finalmente ci ha regalato un'atmosfera primaverile: dopo mesi di freddo, pioggia e neve non sembra vero di tornare in felpa.Poi la gente: tanta, facce vecchie e nuove, bighe ovunque.Rewind: cominciamo con ordine.Appuntamento con Vincenzo in piazza Argentina: superiamo il traffico di Buenos Aires e Venezia abbastanza velocemente e ci infiliamo in Visconti di Modrone. La preferenziale della circonvalla interna scorre che è un piacere e ci troviamo in un attimo alle Biciclette.Troviamo già un sacco di gente. Maio ci accoglie e parcheggiamo dentro il locale: bici appoggiate alle pareti e appese ovunque, ma anche accessori glam per palati fini. I telai Difisso, montati, spaccano di brutto: molto belli, assetti accattivanti, colorazioni non da meno. Insomma, ammettiamolo, tutti si è sbavato parecchio.Si acchiappa il drink d'ordinanza e si parte, tartina in mano, con i saluti: oltre alle facce note i ragazzi della cilofficina al completo, Gio, Ze e la sua ragazza (grandissimi, mi fatto un sacco piacere conoscervi finalmente!), NAOS incredibilmente ancora vivo (il ragazzo tira veramente tanto!), poi conosco Ruggero, Paolo, e tanti altri.La serata procede molto piacevole tra alcool, sigarette e mozzi, si sparano stronzate epocali, si scattano foto in pose improponibili e si blocca allegramente il traffico della via.

Pistamania the Exibit


Pistamania the Exibit, inserito originariamente da Gianluca -- 2KPhotos.com.

k&k garage
a binasco.....100%pure track
importatore brooklin e aerospoke

Pistamania the Exibit


Pistamania the Exibit, inserito originariamente da Gianluca -- 2KPhotos.com.

venerdì 13 marzo 2009

martedì 10 marzo 2009

inaugurazione 17mar ore 19....

Ma chi sono i Dfisso???

Mi arrivano richieste di delucidazioni riguardo ai Dfisso...
be posto qualche riga e il link al loro spazio......ad ogni modo loro sono: Giovanni e Tobia

Il progetto DiFisso nasce nell’autunno 2007 dalla passione e dall’impegno di tre amici, come naturale sintesi degli stimoli raccolti durante un viaggio nel sud della California.
I telai DiFisso hanno la pretesa di fondere insieme la cultura ed il modo di vivere easy going, tipici dei californiani, con il rigore, la ricerca del particolare e la maniacale cura per la qualità dell’artigianato italiano. L’unione di questi elementi in apparenza contrastanti porta a risultati inaspettati: le lavorazioni realizzate completamente a mano rendono ogni telaio un prodotto unico ed esclusivo, per natura mai ripetibile.
Il nostro obiettivo è quello di creare, di volta in volta, un prodotto che rispecchi al massimo la personalità e le esigenze di chi lo andrà ad utilizzare: un telaio “sartoriale”, che vuol essere riconoscibile ed identificabile nello stile, ma mai uguale ad uno già prodotto.
Le lavorazioni artigianali consentono il massimo livello di personalizzazione durante tutte le fasi di messa in opera del telaio: scelta della geometria,del materiale, modalità di saldatura (a TIG o in congiunzioni), e tipo di verniciatura sono tutti elementi a disposizione del committente.
I materiali utilizzati sono di alta qualità: le tubazioni sono esclusivamente COLUMBUS ZONA, per quanto riguarda i telai in acciaio, DEDA FIRELIGHT per l’allumino. (per le specifiche tecniche http://www.columbustubi.com/).
Ai telai sono abbinate quattro diverse tipologie di forcella, una delle quali interamente realizzata a mano.